A differenza delle altre prove, l'IELTS Speaking prevede l’intervento di un esaminatore, qualcuno che intervisti i candidati e li ascolti, valutandone la resa per decidere un punteggio complessivo secondo alcuni criteri. Vediamo come si compone questa fase del test e come affrontarla al meglio per raggiungere un punteggio alto nell’orale.
L'IELTS Speaking Test è una prova suddivisa in tre parti. La prima parte ha un carattere più generale e introduttivo e prevede delle domande generiche. La seconda parte è quella più consistente sul tema (Long Turn) mentre la terza fase è una discussione più approfondita e analitica.
La grammatica della prova orale
Uno dei criteri di valutazione nello Speaking IELTS è la grammatica: fino a che livello viene sviluppata (Range) e con che precisione viene adottata (Accuracy). Il livello di sviluppo grammaticale è dimostrato usando una maggiore varietà di costrutti grammaticali (sintassi, logica, ecc.), oltre alla padronanza dei vari aspetti verbali.
Nello IELTS Speaking part 1, 2 o 3, il candidato può esprimere vari concetti in un unico periodo con frasi subordinate o coordinate, piuttosto che limitarsi a tante frasi brevi. Ad esempio: “Appena fuori dalla stazione dei treni c’è uno stadio costruito nel XIX secolo, nel quale si giocano incontri di rugby ogni settimana.”
Quali errori contano (e quali meno)
La precisione nell’uso della grammatica viene valutata in base agli errori e alla correttezza con cui la varietà sintattica e verbale viene messa in atto. Costruire periodi complessi non avrebbe senso, se i collegamenti tra le frasi sono tutti sbagliati! È importante comprendere la logica della sintassi per metterla in atto.
Anche in questa prova, dai candidati non ci si aspetta una precisione del 100%, ma una certa padronanza della grammatica. Per esempio, un livello 7 in questo ambito, già estremamente positivo, prevede la capacità di produrre spesso frasi prive di errori, sia pur con qualche imprecisione grammaticale.
Non è tanto la quantità di errori a fare la differenza, quanto il peso dell’errore nell’ambito della comunicazione. Quanto l’errore impedisce di capire o addirittura modifica il significato di ciò che un candidato sta cercando di dire, interrompendo il flusso della comunicazione.
Come migliorare nella prova orale
Il primo consiglio è arrivare preparati, sapere come si compone l’esame, il format, che tipo di domande può porre l’esaminatore.
È importante fare pratica di conversazione in situazioni diverse, in cui poter parlare di un tema sia nel passato che nel futuro (sport, meteo, famiglia…).
Ascoltare bene la domanda aiuta a risolvere la scelta dei verbi. Se la domanda è “What did you do at work today?” è chiaro che bisognerà riflettere l’uso del passato anche nella risposta. È inevitabile che entri in gioco anche la capacità di saper ascoltare. Se la domanda è aperta e consente di ragionare, è utile dimostrare padronanza linguistica usando più vocaboli e vari aspetti verbali (simple, progressive, perfect).
Nel parlare, può capitare di impostare male una frase o di usare un verbo o un tempo invece di un altro: niente paura! Nella conversazione orale c’è un vantaggio rispetto alle altre prove: la possibilità di correggersi. Accorgersi di un errore e correggerlo è un buon segno!
Un modo utile per valutare oggettivamente la propria preparazione è registrarsi e riascoltare per trovare eventuali errori. Il punteggio finale non è determinato da specifiche domande, ma dalla valutazione di chi esamina rispetto ai vari criteri del test. Il punteggio dipende solo dalla prestazione del candidato.